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Articolo di Bryan Gould di Capital.com (Traduzione a cura di Google e Fabio Muggeri)

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Le azioni tecnologiche sono state le predilette nel portafoglio di ogni investitore amatoriale per un po' di tempo, con i prezzi delle azioni delle grandi società tecnologiche che sembrano aumentare all'infinito di valore. Sì, i rischi sono sempre alti, ma molte delle aziende più preziose del mondo sono società tecnologiche. E chi potrebbe non lasciarsi sedurre dall'idea di investire nella prossima Amazon o Apple?

Inoltre, i titoli tecnologici sono spesso un elemento di supporto per l'economia e il mercato azionario in generale.

La pandemia ha fatto impennare i titoli tecnologici. I titoli FANG - denominati da Facebook, Amazon, Netflix e Google, ma inclusi anche Microsoft e Apple - hanno contribuito a elevare l'S&P 500 del 400% dai minimi del 2009 e l'indice Nasdaq 100 è salito di oltre il 700% nello stesso periodo, lasciando altri mercati molto indietro.

Tutto è cambiato, tuttavia, quando il mercato rialzista è terminato. La prima metà del 2022 ha visto il peggior inizio di Wall Street in 50 anni, grazie alle tensioni geopolitiche, all'impennata dei prezzi dell'energia e all'aumento dei tassi di interesse. Negli ultimi sei mesi le azioni tecnologiche sono crollate: Tesla è scesa del 30%, le azioni Microsoft sono scese del 16% da $ 334,75 di gennaio a $ 280,74 alla chiusura del mercato il 29 luglio 2022, Apple in calo del 13% e Amazon a un certo punto in calo del 39%.

Poi, tra luglio e i primi giorni di agosto, le cose hanno ripreso a prendere slancio, con il rialzo del Tech 100 statunitense dopo le osservazioni del presidente della Fed Jerome Powell secondo cui i tassi di interesse sono "neutri".

Le azioni tecnologiche statunitensi sono state sopravvalutate?

Le azioni tecnologiche sono generalmente considerate investimenti ad alto rischio. L'ondata di denaro a buon mercato durante il periodo della pandemia ha visto gli investitori prendere in prestito ai minimi storici e investire i loro fondi in tecnologia e criptovalute* per rendimenti elevati. Negli ultimi mesi, mentre le banche centrali hanno ritirato quei soldi a buon mercato, riducendo il quantitative easing o aumentando i tassi di interesse, abbiamo visto gli investitori trarre profitto da questi guadagni e con questo un inevitabile calo dei prezzi.

Le banche centrali che inviano messaggi sbagliati ai mercati finanziari e sono lente a reagire hanno probabilmente anche esacerbato alcune delle mosse mentre cambiano rotta dall'essere in attesa per poi passare a un orientamento al rialzo. Con la spirale dell'inflazione e la necessità di maggiori aumenti, il mercato è stato nervoso e volatile e potremmo dover aspettare che la Federal Reserve annunci che sono in attesa prima che la fiducia ritorni.

C'è una forte argomentazione che con quei grandi flussi di fondi nei titoli tecnologici durante il 2020/2021, il settore è stato sopravvalutato. Per i titoli "lockdown" come Peloton Interactive, Inc o Zoom Video Communications questo è quasi certamente il caso: ora vengono scambiati a una frazione dei loro massimi storici. Tesla Inc., il titolo simbolo della pandemia, ha visto la sua valutazione diminuire della metà tra novembre e maggio 2022 prima di riguadagnare terreno di recente.

Complessivamente, il Nasdaq è ora in calo del 30% rispetto all'anno dopo aver visto un po' di rimbalzo. Ciò ha portato molti ad avvertire di un crash guidato dalla tecnologia come il crollo della bolla dot.com alla fine degli anni Novanta.

Quali sono le prospettive per i titoli tecnologici statunitensi?

Non c'è dubbio che alcuni titoli rimangono un investimento ragionevole e gli investitori dovrebbero guardare al calo per ottenere esposizione a determinate società a cui sono interessati. Tuttavia, alcuni analisti suggeriscono che la caduta non è finita e che gli utili della società inizieranno a concentrarsi se gli Stati Uniti dovessero subire una recessione prolungata. Altri hanno sottolineato che quelle società tecnologiche che hanno sviluppato un forte saldo di cassa durante la pandemia (come Alphabet e Microsoft) saranno in grado di espandersi e fare acquisizioni strategiche nei prossimi mesi.

Di recente il presidente Biden ha firmato il Creation Helpful Incentives to Produce Semiconductors and Science Act del 2022 (CHIPS) fornendo 52 miliardi di dollari di sussidi nei prossimi cinque anni per aumentare la produzione di chip negli Stati Uniti, affrontare i problemi della catena di approvvigionamento e ridurre la dipendenza del paese da luoghi come Taiwan e Cina. Gran parte dell'industria tecnologica dipende dalla fornitura di semiconduttori. Tuttavia, dato il costo più elevato della produzione statunitense, non è chiaro quanto possa essere competitivo a livello globale e se ciò potrebbe portare a ulteriori pressioni inflazionistiche. Il successo dell'atto dipende dalla rapidità con cui può essere implementato, dato che le carenze sono attualmente così estreme.

Con le fibbie delle cinture che si stringono ovunque, si consiglia agli investitori tecnologici di attenersi a ciò che possono permettersi, con la consapevolezza che potrebbe volerci del tempo prima che alcuni titoli tecnologici vedano una crescita solida.

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La sfida per l'egemonia

Pare evidente che la sfida per l'egemonia mondiale si faccia sempre più agguerrita e pericolosa tra Cina, Russia e Usa.

La Cina, forte dell'innovazione tecnologica acquisita negli ultimi 10 anni in campo militare ed economico, con 1,4 miliardi di abitanti al momento è in pol position per definirsi super potenza ma al suo completamento manca l'annessione di Taiwan. L'isola di Formosa, come la chiamano i cinesi, infatti è considerata la chiave di volta per massimizzare la difesa strategica cinese. L'economia si sta trasformando da economia capitalistica ad economia di stato. C'è da valutare l'impatto di questa trasformazione nel quadro competitivo globale. Di norma, le economie capitalistiche hanno uno sviluppo tecnologico più rapido delle economie di stato ma nel quadro innovativo attuale la Cina può permettersi di sviluppare un modello alternativo e vincente. Ad oggi, il valore del PIL basato sulla parità del potere di acquisto (GDP PPP) pone la Cina al vertice della produzione economica con 3 mila miliardi di dollari di stacco nei confronti degli Usa.

Gli Usa, consapevoli del rischio di essere superati dalla Cina nel medio periodo (gli Usa sono ancora al vertice del GDP con 6 miliardi di dollari di stacco dalla Cina) cercano in tutti i modi di bloccare lo sviluppo economico cinese e l'invasione di Taiwan. L'economia Usa è stagnante e la perdita della posizione dominante rischia di ribaltare il GDP a vantaggio cinese.

La Russia, in crisi economica profonda, dopo l'inizio dell'invasione della Ucraina e a causa delle sanzioni economiche rischia di uscire dal circuito economico internazionale ma non da quello cinese. La domanda nasce spontanea, ma c'è un accordo tra Russia e Cina per contrastare l'egemonia Usa? Russia e Cina sono due paesi che aspirano entrambe all'egemonia, nel breve medio periodo potrebbero avere interessi in comune ma nel lungo periodo le relazioni potrebbero peggiorare a causa delle ambizioni e della forte differenza culturale.

Se il blocco occidentale sembra avere un vantaggio economico rispetto gli avversari, la forza militare è tutta a vantaggio del blocco orientale. L'utilizzo in Ucraina di missili ipersonici ne sono la prova, Russia e Cina possono colpire per primi avendo la certezza di andare a segno. Al momento il blocco occidentale non ha trovato uno deterrente valido ne ha sviluppato missili ipersonici pronti all'uso.

L'Ucraina rappresenta l'arena nella quale oggi le tre superpotenze si stanno confrontando. L'obiettivo di Putin sembra essere la totale annessione del paese nella sua sfera di controllo permettendogli di controllare l'Europa orientale e il Mar Nero. In caso di successo dei russi dell'invasione, l'Europa diventerà una cortina di ferro piena di soldati e il costo al rialzo delle materie prime di prima necessità rischiano di portare in recessione il continente, ci siamo quasi.

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"La Cina non si farà più bullizzare", con questa dichiarazione il presidente Xi Jinping dà il via ufficialmente allo scontro per l'egemonia mondiale alla festa dei 100 anni del partito comunista cinese.

Dopo anni e secoli di predominio culturale, economico e politico la Cina reclama il diritto di essere considerata per quello che è stata in passato: un impero economico e sociale portatrice di innovazione tecnologica e culturale.

Per gli economisti si tratta di un evento storico, il cambio al vertice dell'ordine mondiale avviene meno che una volta nella vita. L'ultimo scontro per l'egemonia risale, ovviamente, alla prima guerra mondiale tra Germania e UK + Usa, il precedente era nel XIX secolo tra Francia e Germania. Oggi come oggi si potrebbe pensare non più ad uno scontro militare ma economico e di guerre per procura, un conflitto su larga scala è inconcepibile in quanto si autodristuggerebbero.

Il premio per la vittoria è "grasso che cola" che moltiplica il valore dell'economia e consiste nella possibilità di esportare cultura, armamenti e moneta. Sono una montagna di soldi pronti a invertire i grafici dei Pil domestici e proiettare la potenza vincitrice verso il 2100, cambio climatico permettendo.

La risposta al G7 in Svizzera non si è fatta attendere, e come del resto dargli torto se neanche il nome G7 risponde a verità (senza la Cina non c'è G7 ma Nato 7).

La Cina si sta preparando a rimpiazzare il dollaro nella sua sfera d'influenza, dopo un tentativo fallito nel 2015, migliorando il sistema dei pagamenti digitali, implementando una criptovaluta governativa e promuevendo contratti futures in Yuan. In caso di successo, anche parziale, rubare quote di mercato al dollaro come moneta di scambio farà aumentare i tassi d'interesse negli Usa (anche di molto) e farà diminuire il valore del dollaro americano.

La Cina sta promuovendo la sua cultura storica e filosofica attraverso il cinema, lo spazio (rover e stazioni spaziali), i giocattoli, la tecnologia e presto arriveranno cibi e bevande preconfezionate stile Cocacola e Mars.

La Cina sta promuoevendo la sua capacità di produrre armamenti tecnologicamente avanzati e a basso costo attraverso accordi con la Russia di concessioni per la produzione di aerei da combattimento, missili e sottomarini. E' già leader di costo mondiale nella produzione di droni da combattimento.

Difficile dire cosa succederà in futuro ma abituiamoci all'idea di perdere Taiwan come partner occidentale.

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