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La salute delle banche nostrane sembra in buono stato a vedere dai prospetti dei dividendi che quasi la totalità delle banche sia appresta ad erogare nel 2022. Ma è tutto vero? In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo come è possibile che i bilanci delle banche siano così floridi?

Prima di analizzarne i motivi riflettiamo sul significato di banca e della sua utilità.

La banca è un'azienda che ha la funzione principale e di pubblica utilità di conservare i soldi (conto corrente) e di prestare parte di quei soldi ad altre aziende o privati. Lo schema è il seguente (i valori sono a titolo di esempio):

  1. Io, cliente, mi reco in filiale e apro un conto di 1.000 euro presso una banca con un tasso di interesse pari a zero.
  2. La banca prende i 1.000 euro e sa che statisticamente il 20% non verrà usato, circa 200 euro e li rende disponibili sul mercato.
  3. La banca riunisce tutti i 200 euro dai clienti e presta 10.000 euro ad una società con un tasso del 2% annuo per 10 anni.

Il margine della banca è di 10.000 moltiplicato 2% annuo meno il costo per il finanziamento che abbiamo ipotizzato è zero in linea con quanto avvenuto fino ad ora. Prendo gratis i soldi e li presto maggiorati.

Questo schema riassuntivo è in sintesi quello che fa o dovrebbe fare una banca. Le altre attività dovrebbero essere corollario e ad integrazione dell’attività principale.

Ora, cosa succede, se inizio a pagare i depositi dei clienti il 2% invece che zero?

Che il margine della banca si riduce a zero. Cosa accade sei i tassi sui depositi salgono al 4%? Che la banca va in perdita.

È possibile per la banca coprirsi da tale rischio? Si, ma essendo un rischio intrinseco all'attività bancaria in una situazione di inflazione globale il fattore di rischio non è assicurabile con una controparte a somma zero; qualcuno ci deve perdere.

I rischi sono la sterilizzazione della valutazione al “fair value” (valore giusto o di mercato) dei titoli di stato disponibili alla vendita e l’accesso ai finanziamenti della BCE a costo zero tramite il programma TLTRO. Ma vediamo in dettaglio.

L'Italia ha chiesto ed ottenuto che il valore delle obbligazioni disponibili alla vendita nei bilanci delle banche non sia influenzato dal valore del tasso d'interesse attuale fino al 2025 secondo quanto emerso nella posizione approvata dall'Ecofin su Basilea 3. Questo perché i bilanci delle banche sono pieni di titoli di stato e poiché il valore del titolo si ottiene scontando i pagamenti futuri al tasso d'interesse attuale anche se stipulati precedentemente, oggi un incremento del tasso di interesse di fatto ne determina una riduzione del valore. Ma non viene riportato nei bilanci.

Le banche negli ultimi anni hanno avuto accesso a finanziamenti dalla BCE a costo zero tramite il programma TLTRO, cioè invece di gestire i risparmi dei clienti presso i conti correnti, le istituzioni hanno preferito finanziare direttamente a costo zero le banche in un’ottica di una politica monetaria espansiva. Ma questi finanziamenti erano ancora in essere a quasi tutto il 2022 e sono in esaurimento; infatti, le banche iniziano ad offrire di nuovo rendimenti sui conti correnti per reperire nuovi capitali. Nei bilanci, le banche hanno continuato ad usufruire di finanziamenti a tasso zero nonostante i tassi di interesse siano aumentati aumentandone il margine nel breve periodo. In futuro non sarà possibile ed il rischio è che le banche siano costrette a pagare rendimenti sui conti correnti superiori a quanto ottenuto finanziando le aziende in questi ultimi anni.

Il rischio è enorme e sistemico, se l'inflazione perdura oltre 3 anni, le banche dovranno fare i conti con una mega svalutazione che accorpa 3 anni di bilanci in cui sono stati distribuiti dividendi e ovviamente bonus ai manager senza meritarli. Riproduzione Riservata

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